Il tema degli investimenti sostenibili, nello specifico dell'abbassamento delle emissioni di carbonio, è caro non solo ai leader del G8, ma anche agli emittenti di Etf, grazie alla crescente disponibilità di indici focalizzati sulle aziende che si dimostrano più rispettose dell'ambiente.
Deutsche Bank è il secondo gestore, dopo Bnp Paribas, ad aver lanciato un Etf legato a un sì fatto benchmark, nella seconda decade di luglio: il db x-trackers S&P U.S. Carbon Efficient Etf (Isin: Lu0411076002).
Il fondo, armonizzato Ucits III, ha un costo totale annuo dello 0,50% e capitalizza i dividendi. È quotato in euro nella Borsa tedesca (con codice Xgrc), in sterline e in dollari nella Borsa di Londra (i rispettivi codici di negoziazione sono Xgrc e Xgrd).
L'indice di riferimento S&P U.S. Carbon Efficient (Spgrcuut) è calcolato in dollari e sviluppato da Standard & Poor's, che si avvale di una metodologia proprietaria di Trucost Plc per la selezione dei suoi componenti.
I titoli sono classificati e selezionati, tra tutti compresi nell'indice S&P 500, secondo il valore di "Carbon Footprint" loro assegnato, calcolato come valutazione delle emissioni di gas serra (espresse in tonnellate equivalenti di biossido di carbonio), diviso per le entrate annuali.
L'indice è rappresentato da non oltre 375 titoli (attualmente sono 362) e pur escludendo le 100 azioni con le più elevate emissioni di Co2 mantiene almeno il 50% della distribuzione settoriale riflessa dalle 500 maggiori blue chip Usa (vedi tabella a fondo articolo).
La correlazione con l'S&P 500 è dunque molto elevata (99,87%) e anche le performance e la volatilità non si discostano molto da quelle dell'indice maggiore negli ultimi tre anni, il che potrebbe fa sorgere qualche dubbio sull'impiego di questo benchmark, se non per fini "etici".
Il ribilanciamento ha luogo ogni trimestre, il terzo venerdì dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre.
In Europa, c'è solo un altro Etf che investe in azioni a bassa emissione di carbonio, l'EasyEtf Low Carbon 100 Europe (Isin: Fr0010655597), quotato nella Borsa di Parigi dal novembre scorso. Ha un costo totale annuo dello 0,60% e capitalizza i dividendi; investe in 100 società europee ad ampia capitalizzazione. [di Marco Ciatto, per Borsa & Finanza]
Deutsche Bank è il secondo gestore, dopo Bnp Paribas, ad aver lanciato un Etf legato a un sì fatto benchmark, nella seconda decade di luglio: il db x-trackers S&P U.S. Carbon Efficient Etf (Isin: Lu0411076002).
Il fondo, armonizzato Ucits III, ha un costo totale annuo dello 0,50% e capitalizza i dividendi. È quotato in euro nella Borsa tedesca (con codice Xgrc), in sterline e in dollari nella Borsa di Londra (i rispettivi codici di negoziazione sono Xgrc e Xgrd).
L'indice di riferimento S&P U.S. Carbon Efficient (Spgrcuut) è calcolato in dollari e sviluppato da Standard & Poor's, che si avvale di una metodologia proprietaria di Trucost Plc per la selezione dei suoi componenti.
I titoli sono classificati e selezionati, tra tutti compresi nell'indice S&P 500, secondo il valore di "Carbon Footprint" loro assegnato, calcolato come valutazione delle emissioni di gas serra (espresse in tonnellate equivalenti di biossido di carbonio), diviso per le entrate annuali.
L'indice è rappresentato da non oltre 375 titoli (attualmente sono 362) e pur escludendo le 100 azioni con le più elevate emissioni di Co2 mantiene almeno il 50% della distribuzione settoriale riflessa dalle 500 maggiori blue chip Usa (vedi tabella a fondo articolo).
La correlazione con l'S&P 500 è dunque molto elevata (99,87%) e anche le performance e la volatilità non si discostano molto da quelle dell'indice maggiore negli ultimi tre anni, il che potrebbe fa sorgere qualche dubbio sull'impiego di questo benchmark, se non per fini "etici".
Il ribilanciamento ha luogo ogni trimestre, il terzo venerdì dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre.
In Europa, c'è solo un altro Etf che investe in azioni a bassa emissione di carbonio, l'EasyEtf Low Carbon 100 Europe (Isin: Fr0010655597), quotato nella Borsa di Parigi dal novembre scorso. Ha un costo totale annuo dello 0,60% e capitalizza i dividendi; investe in 100 società europee ad ampia capitalizzazione. [di Marco Ciatto, per Borsa & Finanza]
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